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CNR Comunicato del 24 novembre 2021: Anche la Corte dei Conti critica duramente la “riorganizzazione” del CNR

 

 

 

Anche la Corte dei Conti, in occasione della sua audizione presso le Commissioni riunite Bilancio del Senato e della Camera dei Deputati, ha espresso forti dubbi e dure critiche in merito al Piano di riorganizzazione del CNR previsto dall’art. 105 del Disegno di Legge di Bilancio 2022.

Infatti, come si legge nel Testo integrale dell’audizione, la Corte dei Conti, nel ricordare che il Piano di riorganizzazione del CNR andrà emanato previo parere di un Comitato strategico esterno composto da 5 esperti, italiani e stranieri, istituito dal MUR sentito il MEF, e che lo stesso CNR potrà avvalersi, per la messa a punto del Piano, di un contingente di esperti reclutati con incarico di consulenza, esprime critiche sul “mancato ricorso agli organi di governance del CNR per il processo di riorganizzazione”. Una soluzione che, invece, “rispetterebbe l’autonomia organizzativa dell’Ente, radicata nella garanzia costituzionale sull’autonomia e la libertà della ricerca (articolo 33, Cost.), e assicurerebbe un correlato risparmio di spesa”.

Inoltre, la Corte dei Conti evidenzia che, mentre “i criteri di eleggibilità dei componenti degli organi interni del CNR garantiscono dall’arbitrarietà della scelta”, “la scelta dei componenti del Comitato strategico che è rimessa dalla legge di bilancio al Ministero in assenza di criteri delimitativi della discrezionalità, così come avviene per la scelta dei consulenti a supporto a supporto sia del Presidente del CNR, per la predisposizione della riorganizzazione, che del Comitato strategico stesso, per il parere sulla medesima”.

Per di più, i magistrati contabili ritengono “doveroso segnalare che il ricorso a consulenze esterne deve per legge essere preceduto dalla verifica dell’assenza, all’interno della Pubblica amministrazione interessata, di personale munito di qualifica adeguata allo svolgimento delle funzioni o del progetto, in ossequio anche in questo caso a principi costituzionali di buon andamento dell’amministrazione della cosa pubblica (articolo 97, Cost.)”.

Elementi che – sottolinea la Corte – dovrebbero essere in possesso del Consiglio di amministrazione del CNR che per statuto ha compiti di indirizzo e programmazione generale dell’attività dell’Ente”.

Dubbi e critiche, quindi, che evidenziano anche la violazione di principi sanciti dalla Costituzione Italiana in un Piano di riorganizzazione del CNR, dalla cui stesura ancora una volta saranno accuratamente tenuti fuori i R&T dell’Ente, di cui nessuna forza politica sembra volersi assumere la paternità!

Sconcerto e delusione suscitano, infine, il silenzio pubblico della Dirigenza scientifica del CNR, Direttori di Dipartimento e di Istituto, i quali per primi dovrebbero chiedere alla Presidente Carrozza, che pubblicamente ha espresso apprezzamenti per il Piano di riorganizzazione del CNR, come potranno cinque esperti, anche stranieri, esterni al CNR, elaborare in pochi mesi il prossimo Piano Triennale di Attività del CNR senza conoscere le competenze dei circa 5.600 R&T del CNR, i loro progetti di ricerca e le collaborazioni attive, i laboratori e le infrastrutture di ricerca di cui dispongono, etc.

Colpisce infine il fatto che, a fronte di un probabile notevole impegno del CNR nell’attuazione del PNRR, i Vertici dell’Ente non abbiano ancora sollecitato la Ministra UR affinché, come del resto indicato dall’Europa, siano attuate le riforme necessarie come presupposto al concreto coinvolgimento della comunità scientifica interna dell’Ente nei pesanti e prestigiosi impegni che potrebbero vederla come protagonista attiva e responsabile nei prossimi anni (es. “reclutamento e carriera” dei R&T).

Gianpaolo Pulcini

Responsabile Nazionale FGU-DR-ANPRI CNR

 

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